Spiegazione delle parabole di Gesù

(003)

Parabola del seminatore (179.5 - 179.6)

Dice la parabola che  una parte del seme cadde sulla via e fu beccata dagli uccelli. La seconda parte cadde sulla pietra e mise radiche, ma subito seccò per mancanza di umori. La terza cadde fra i rovi e morì soffocata. La quarta, caduta in buon terreno, fruttò in maniera diversa.
La Parola di Dio è seme di vita eterna. Ma la Parola è molto insidiata e da molte cose. Lascio queste molte cose e parlo unicamente di una cosa, direi micidiale quanto, forse più, del peccato stesso. E non si scandalizzi nessuno spirito pusillo se dico che è forse più micidiale del peccato. E’ verità.
Il peccatore la cui mente non è corrosa dall’acido del razionalismo, ha novanta probabilità di saper accogliere la Parola e ritrovare la Vita. Il razionalista ha solo dieci probabilità e anche meno, di conservarsi capace di salvezza attraverso la Parola.
Peggio della gramigna è il razionalismo. Quando si vedrà la sua opera, nel momento    inl cui tutto della terra e degli uomini sarà cognito, si vedrà che questa eresia è stata la più perniciosa perché la più sottile e la più penetrante. E’ come un gas. Lo assorbite e vi uccide, ma non lo vedete, talora neppure ne sentite l’odore, oppure, esso odore essendo gradevole, viene da voi aspirato con piacere. Ugualmente è il razionalismo. (…)
Il razionalismo  penetra inavvertito anche là dove si crede non possa entrare. Entra per mille forami, come un serpe. Si veste di vesti lecite, anzi ammirevoli e agisce sotto di esse ma contro di esse. E’ un virus. Quando uno se ne accorge lo ha già diffuso nel sangue e difficilmente se ne libera.
La reazione del peccato è violenta sotto il raggio della mia Misericordia. Ma quella del razionalismo è nulla. Come uno specchio ustorio, esso rende la via impraticabile alla grazia e la respinge. Anzi se ne fa un ardore nocivo per finire di darsi la propria condanna.
Il razionalista fa servire le cose di Dio al suo fine. Non se stesso al fine di Dio. Piega, spiega, usa la Parola al lume, povero lume, della sua mente turbata e come un pazzo che non conosce più il valore delle cose e delle parole, dà ad esse significati quali solo possono uscire da uno che l’opera astutissima di Satana ha sterilito.
Vi sono razionalisti e razionalisti. Inizierò dai più grandi. I “superuomini”. I negatori di Dio. Vogliono spiegare la creazione, il miracolo, la divinità secondo i loro concetti pieni di orgoglio umano. (…)
La seconda categoria sono gli umanamente colti. Questi non negano Dio. Ma sulla semplicità divina, che si è fatta tale perché anche i più umili la possano capire alla luce dell’amore,  mettono tutta una boscaglia di erudizione umana. (…)
Manca ad essi l’amore che è nervo all’ala per volare verso Iddio a che è corda alla cetra per benedire Iddio. La Parola scende su loro  e mette radice. Ma poi muore perché essi la infrondano e soffocano sotto le foglie inutili delle loro cognizioni umane. (…)
Terza categoria, coloro che hanno selciato con le pietre dell’altrui razionalismo il proprio cuore per renderlo meno ignorante. Sono gli adoratori degli idoli umani. Non sanno adorare Dio con tutto loro stessi, ma sanno rimanere estatici davanti ad un povero uomo che si atteggia a superuomo. Chiudono con  la diffidenza la porta al Verbo divino, ma accettano le spiegazioni di un simile a loro che abbia fama di dotto.
Basterebbe che chiedessero umilmente alla Grazia di illuminarli ed istruirli sul valore di quelle note e la Grazia farebbe loro vedere come quelle spiegazioni, quelle dottrine, si reggono su puntelli corrosi alla base da tarli e muffe e come quelle voci sono stonate e dissidenti da quelle di Dio. (…)
Uno è il frutto che vi fa dei, o uomini. Quello che pende dalla mia Croce.
Uno è Colui che dice alla vostre menti: “Effeta”. Il Cristo.
Uno è ciò che feconda il mistico suolo del vostro cuore perché il seme vi nasca. Il mio Sangue.
Uno è il sole che scalda e fa crescere in voi la spiga di vita eterna. L’Amore.
Una è la scienza che come vomere apre e dissoda la vostra gleba e la rende atta a ricevere il seme. La Scienza mia.
Uno è il Maestro: Io, il Cristo. Venite a Me se volete esser istruiti nella Verità
Quarta categoria è quella degli imprudenti. Sono vie aperte dove tutto passa. Non si circondano di una santa difesa di fede e di fedeltà al loro Dio. Accolgono la Parola con molta gioia, si aprono a riceverla, ma si aprono anche a ricevere qualsiasi dottrina con lo specioso pretesto che bisogna essere condiscendenti.
Si. Tanto condiscendenti verso i fratelli. Non sprezzare nessuno. Ma severi per le cose di Dio. Pregare per i fratelli, istruire i fratelli, perdonare i fratelli, difenderli contro loro stessi con un vero amore soprannaturale. Ma non rendersi complici dei loro errori. Rimanere granito contro lo sgretolamento delle dottrine umane. Nulla passa senza lasciare una traccia. Ed è imprudenza grande porre una punta contro il cuore. Potrebbe levarvi la vita o segnarvi ferite che a fatica guariscono e sempre lasciano una cicatrice.
Beati quelli che sono unicamente terreno di Dio e tali restano con vigilanza assidua. Beati quelli che, morbidi come zolla testé smossa, non hanno pietre per i fratelli né sassi per la Parola. L’amore li fa anime adoranti la Parola e anime pietose verso gli sviati lungi dalla Parola. Ma l’amore è la loro più bella difesa e nessuna opera di male può ledere il loro spirito in cui cresce come spiga opulenta la Parola della Vita. Tanto più vi cresce, dando frutto dove di  trenta, dove di cinquanta, dove di cento, quanto più in essi l’amore è vasto.
A chi lo possiede in modo assoluto, la Parola diviene loro stessa parola, poiché essi più non sono, ma sono uni con Dio loro amore. 10.11.43